Venezia Mia: il gruppo Facebook tra solidarietà, ascolto e proposte

A Radio Terraferma Da Sogno intervista a Marzo Zanon, tra gli amministratori del gruppo Facebook “Venezia Mia”

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SOLIDARIETA’ E ASCOLTO – “Un punto di ritrovo per tutti agli appassionati di Venezia. Vuole essere un luogo dove parlare, spiegare, anche insegnare. Sono un gondoliere quindi porto il mio contributo sull’acqua e ci si confronta con altre realtà: tassisti, autotrasportatori, ecc. Si cerca di tirar fuori le varie problematiche senza entrare in collissione con l’altro, nel massimo rispetto. In questo momento di quarantena siamo preoccupati, non sappiamo cosa ci riserva il futuro, come la città potrà riemergere. Ci sono persone in difficoltà e il gruppo serve anche ad aiutare le persone. Grazie all’aiuto di un amico stiamo aiutando il padre di tre figli che non potrà dar loro da mangiare a fine mese. C’è stata una belissima iniziativa di Vittorio Baroni quando all’inizio non si sapeva come aiutare gli anziani, ha creato una lista di attività che faceva consegne a domicilio. La pagina serve anche a questo, è una comunità, si parla di problemi. In passato abbiamo aiutato una ragazza madre a cui servivano mobili e giocattoli ed alcune persone molto generate gliel’hanno consegnati. Poi ci sono altre persone che aiutano i cani abbandonati. Quindi nel gruppo parliamo della storia e delle bellezze di Venezia ma anche dei problemi e di come risolverli”.

NON POSSIAMO PIU’ ASPETTARE – “Questa situazione è un reset, quello che c’era prima non poteva continuare in eterno. Si stava sfruttando troppo Venezia ed i danni erano sempre più grandi, con la città presa d’assalto. Parlando e discutendo si cerca di arrivare ad un punto d’incontro, sullo sviluppo di come potrebbe essere la nostra Venezia futura. Chi la ama non può vederla come prima ma nemmeno con i sogni e con i desideri. La ripresa deve essere forte e immediata. Prima siamo stati messi in ginocchio con l’acqua alta e ora l’epidemia ha fatto il resto. Ci sono tante attività che aspettavano i soldi e non era certo il momento per vivere questa tragedia. Quindi come cittadini veneziani siamo stati doppiamente colpiti. Gli aiuti tardano, la gente non può aspettare all’infinito. Non vorrei che si ripetesse la situazione dell’acqua alta del 1966, ricordo che mio padre non vide mai quei soldi”