Venezia, il grido di negozianti e partite iva: “stoppiamo tutti i pagamenti o dovremo chiudere”
A Radio Terraferma Da Sogno Salvatore Scoppetta, tra i fondatori del gruppo “Negozianti, Artigiani & P.Iva Veneto, tutti insieme per cambiare” racconta il dramma economico dell’emergenza coronavirus. L’unica soluzione sembra essere quella di stoppare ogni pagamento in attesa di tornare alla normalità.
LA CARICA DEI 5 MILA – “Il nostro gruppo Facebook è nato per radunare una piccola cerchia di negozianti, per essere uniti, trovare idee e parole, avere voce con Comune e Provincia. Si voleva creare un gruppo di sopravvivenza che in grado di portare delle proposte in attesa che finisse questo periodo difficile. Siamo arrivati a 5 mila persone, ci siamo allargati all’intero Veneto. Non è un gruppo di protesta, siamo pacifici ma chiediamo i nostri diritti. Ci siamo trovati bloccati dalla mattina alla sera. Se fermi un carnevale e blocchi la massa turistica, si ferma tutto. I negozi sono morti. Puoi resistere per un breve periodo ma poi gli affitti sono alti, devi pagare i fornitori,le tasse e tutto il resto. Con questo gruppo cerchiamo di farci sentire, per poter avere un confronto soprattutto con il Comune”.
LETTERA APERTA – “Abbiamo scritto una lettera aperta che riassume la nostra principale proposta, ossia la sospensione di tutti i pagamenti. Quella lettera è la nostra Bibbia. C’è stata una riunione con il sindaco e due assessori. Siamo solo un gruppo Facebook e quindi non era scontato essere ricevuti. In futuro diventeremo un’associazione grazie ad un avvocato ed un commercialista, membri del gruppo. In questa riunione il sindaco ci ha esposto le sue idee, ha analizzato le nostre richieste ed ha risposto in modo egregio a tutti i punti. Ha pensato un po’ a tutti, dal piccolo commerciante al gondoliere. Il cuore di Venezia d’altronde è fatto da queste piccole partite iva. Ovviamente il sindaco potrà fare solo da tramite con il governo centrale. Il nostro problema principale è quello di mantenere aperti negozi con entrate zero: si pagano cifre che oscillano dai 4 ai 20 mila euro al mese”. Abbiamo richiesto una pausa da tutti i pagamenti fino a quando la situazione di quarantena non terminerà. In questo momento è impossibile andare avanti come se niente fosse, c’è chi nel giro di un mese rischia la chiusura per fallimento: negozi, alberghi, ristoranti. Ci sono persone che non riescono a pagare l’affitto od i propri dipendenti. C’è bisogno di aiuto, non è elemosinare. Altrimenti quando sarà finita questa tragedia ci troveremo tantissime partite iva fallite, non avremo la possibilità di riaprire”.
LA VENEZIA CHE VERRA’ – “C’è bisogno che il Comune si impegni a realizzare nel dopo emergenza una campagna pubblicitaria molto forte. Credo che Venezia nel giro di pochi mesi si rialzerà più forte di prima. Chi è che non vuole venire a Venezia? E’ una delle mete più ambite in qualsiasi parte del mondo. C’è stata una campagna su Venezia che ha spaventato il mondo, bastava vedere i titoli della Cnn o della Bbc, in cui si diceva che il virus era partito dall’Italia. Spero che per metà aprile questa situazione finisca. Cerco di essere positivo. Intercettare un turismo di maggiore qualità? Il turista che sia alto, medio o basso per le città è sempre sacro. Non bisogna fare distinzioni con l’unica eccezione di chi viene per fare i tuffi dal ponte di Rialto o mostrarsi nudo per le calle: questo non è turismo. Il turismo alto e di livello piace a tutti, è composto dalle persone che spendono molto di più ma credo che la prima priorità sia la rinascita della città. Pensiamo a Dubai: città molto cara ma puoi trovare posti in cui dormire a 100 o 1000 euro per notte, dipende sempre da quello che hai in tasca. La stessa cosa vale per Venezia che ha sempre dato sbocchi a qualsisasi tipo di turismo. Quelli che rischiano di più in questo momento sono gli hotel a cinque stelle, più difficili da mantenere: hanno spese fisse più alte rispetto ai piccoli albergatori. Sono comunque fiducioso: il turismo tornerà alla carica molto più di prima”.