Venezia, hotel in ginocchio: “a rischio 8 mila posti di lavoro, stagione compromessa”

A Radio Terraferma Da Sogno intervista a Stefania Stea, Vicepresidente dell’Associazione Albergatori di Venezia. L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio il settore: “stagione ormai compromessa”

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FIUMI DI CANCELLAZIONI – “Venezia vive di turismo e adesso ci troviamo con ulteriori restrizioni, la stagione è compromessa. Le strutture sono tutte in chiusura, parliamo di quasi 8 mila richieste di cassa integrazione. In alcuni casi sono scattati dei licenziamenti. Con i nostri lavoratori spesso creiamo un rapporto molto stretto, quasi familiare e dunque è anche molto difficile fare scelte drastiche che andranno ad incidere sulle loro famiglie. L’ultimo decreto di Conte non ha citato espressamente gli alberghi nel decreto, dobbiamo rimanere aperti nel caso ci fossero particolare necessità nonostante la mancanza di voli e arrivi? Stiamo ricevendo solofiumi di cancellazioni. Senza una direttiva specifica è difficile capire cosa fare”.

FUGGI FUGGI – “Venezia è una città fantasma, già prima delle ore 18 è tutto deserto e irreale. Si rimane sconvolti dalle bellissime immagini di una Venezia stupenda ma senza nessuno in giro. Abbiamo tenuto aperto uno sportello per le nostre 400 strutture associate per mantenere un servizio di assistenza. Chi vuole chiudere deve fare domanda a Comune e Regione, bisogna quindi seguire uno specifico iter e forniamo supporto specifico per questo. Abbiamo fatto un inverno molto difficile, l’associazione si è spesa molto per alcune campagne di comunicazione, speravamo nel rilancio con il Carnevale purtroppo bruscamente interrotto, questo ha generato panico e paura. Il giorno dopo c’è stato il fuggi fuggi di tutti gli ospiti. Sono iniziate a ruota le cancellazioni sul breve termine, ora abbiamo tutto svuotato ben oltre il 3 aprile, cancellazioni anche per maggio, matrimoni, eventi, congressi. Tutto cancellato o rinviato. Anche la Pasqua è ormai andata. Sarà difficile la ripresa e sarà molto lunga, ci stiamo impegnando ad organizzarci per quello che sarà il dopo allarme per partire con delle operazioni di marketing forti per far ricredere il mondo intero sulla reale immagine di Venezia. I telegiornali di tutto il mondo ci hanno dipinto come gli untori: cosa assolutamente non vera”.

AIUTI CONCRETI – Le strutture ricettive di Venezia sono piccole, ci sono tanti piccoli imprenditori con pochi dipendenti: una situazione del genere li mette davvero in ginocchio. Speriamo vengano messe in atto tutte le misure necessarie per facilitare la ripresa. Vorremmo che la tassa di soggiorno incassata per il Comune venga un domani devoluta per aiutare a rilanciare Venezia. Solo così potremo riavere quel turismo che ci serve per rimetterci in pista. Qualche hotel potrebbe purtroppo non riuscire a riaprire. Siamo molto presenti, come associazione, per trovare con gli istituti di credito una formula in grado di aiutarli a non mollare. Non vorrei che finita l’emergenza ci trovassimo a pagare tutte insieme rate, affitti e leasing.